Quattro su Cinque

"Comunque, questo è l'accordo. La tribù è disposta a sponsorizzarci - e per 'sponsorizzarci' intendo 'darci un sacco di soldi' - se accettiamo." Fa cadere la cenere dalla sigaretta, e mi mostra un altro di quei sorrisi a labbra strette. Non ho idea di come faccia - il ragazzo riesce a farsi venire un sorriso da un orecchio all'altro senza aprire le labbra. E' grottesco.
Scaccio il fumo e guardo fuori dalla finestra. Sto seriamente considerando la sua offerta, e non è per i soldi. Cavolo, io faccio un bel po' di soldi - la mia linea autunnale sta andando abbastanza bene. E' il fatto di unirsi ad un branco. Mi manca. E con la sponsorizzazione della tribù, probabilmente potremmo viaggiare. Sarebbe un buon modo per rimettersi in forze - uno dei tanti motivi per cui sono così restia ad unirmi ad un branco è che non mi va di legarmi troppo ad una sept.
Lui non si ferma. "Sarebbe grande, Corina. Saremmo quasi l'unico branco uni-tribale che opera nello stato. Ho saputo da molti leader delle sept di quattro città diverse che sarebbero molto entusiasti di una nostra visita, del nostro aiuto," prende una pausa ad effetto, "e di condividere le nostre storie."
Bastardo.
Non riuscivo molto spesso a raccontare delle storie col mio vecchio branco. Non so come mai, forse perché il nostro punto di riferimento era la Fondazione Valkenberg, e non un caern, quindi non avevamo un moot mensile, il che significa nessun momento predefinito per ululare alla luna.
"E allora, chi saremmo?" Si illumina alla domanda.
"Saremmo io, te, Jack - sai, il tizio erbalista - e Rowe."
C'è qualcosa di sbagliato.
"Così sono solo quattro, Elton." Lui fa una scrollata di spalle. "No, voglio dire che non è un branco completo." Alzo cinque dita. "Io sono un Galliard, tu sei un Ragabash, Jack è un Teurgo, e Rowe è un Philodox. E allora dov'è la nostra luna piena?" Il mio dito medio è l'unico a rimanere alzato, ma lui non sembra notarlo.
Elton spegne la sua sigaretta. "Avevamo qualcosa su un ragazzo, ma è morto difendendo un caern vicino a Phoenix. Un duro colpo, ma penso che possiamo anche andare avanti senza un Ahroun." Fa un sorriso compiaciuto. "Come se tutti noi non sapessimo come si fa a combattere, vero?"
Io scuoto la testa. "Già, è più meno quello che dicemmo anche noi, e quasi ci fece uccidere. 'Come se tutti noi non conoscessimo la Litania'."
"Di cosa stai parlando, Corina?"
Mi alzo e prendo una bottiglia d'acqua dal suo frigo. La mia voce non è abituata alle orazioni, ed è una cosa molto imbarazzante.
"Lascia che ti racconti una storia."


"Ok, gente, ascoltate." Zoe McKenna si avvicinò dal composto principale della Valkenberg. Il resto del suo branco stava seduto all'ombra di una tenda. Corina e Steven stavano giocando alla lotta, mentre Lysistrata li osservava e cercava di capire le regole.
Zoe porse a Corina la fotografia di un uomo giapponese. "Com'è il tuo giapponese?"
"Skoshi," rispose lei. Zoe annuì.
"Bene. Il ragazzo che cerchiamo è Hiro Natsuko. Software Engineer a Seattle." Steven fece un largo sorriso - Seattle era la sua città natale. "C'è una sept lì chiamata Stone Skies. Principalmente Glass Walkers e alcuni Signori delle Ombre, penso. Non possiamo usare un Ponte Lunare per raggiungerla - sono molto cauti nell'usarli se non si tratta di emergenze - ma hanno detto che possiamo sostare lì."
Lysistrata posò il mento sulle gambe di Steven. "Sappiamo che è Garou?"
Zoe si asciugò le sopracciglia - anche all'ombra il calore del Wyoming era opprimente.
"Sì, quasi sicuri. Riferito da un ficcanaso Kinfolk dei Rosica Ossa. Il povero ragazzo vide Hiro camminare fino alla sua macchina e poi girarsi e seguire un tizio che portava a passeggio il cane. Dice che correva su quattro arti, ma non andò più in là della forma Glabro."
"Bene, è già una grazia." Steven si stiracchiò. "Quindi è ancora funzionale? Va ancora a lavoro?"
"Sì, evidentemente non è ancora andato come il primo Lunatico che seguimmo." Diede un colpetto col piede a Corina. "Dì qualcosa, ragazza."
Corina si alzò in piedi. "Sai quello che sto per dire. Sembra strano, solo quattro di noi."
"Che luna cucciolo perduto?" disse ancora Lysistrata, ora seduta sulle cosce per poter vedere i suoi compagni di branco.
"Non so, Lys," rispose Zoe. "Magari è una mezza luna, così Corina si sentirà meglio." Si tirò indietro i capelli e li legò con una bandana. "Ad ogni modo, muoviamoci. Il nostro aereo parte tra circa tre ore."


"Quindi anche allora ce n'erano solo quattro, giusto?" Lui si accende un'altra sigaretta. Io annuisco. Pensavo fosse abbastanza chiaro.
"Si, ci mancava un Philodox. La Fondazione Valkenberg non può permettersi di essere esigente. Non so nemmeno se attualmente abbiano un Questing Pack, tanto meno se siano in cinque.
"E allora, trovaste questo Hiro?"
Guardo fuori dalla finestra sentendomi scomoda. "Sì, lo trovammo."


L'aereo arrivò senza imprevisti. Viaggiarono fino al caern nel furgone che noleggiarono, Zoe guidava, Corina puliva il fucile e ripassava giapponese, Steven e Lysistrata giocavano alla lotta sul sedile posteriore. Attraversarono la bawn per giungere alla sept del caern di Stone Skies poco dopo il tramonto, e Corina compose un numero sul suo telefono cellulare.
"Sì?"
Sì sforzo di ricordare il giusto metodo per presentarsi. La maggior parte delle sept dei Glass Walkers non erano troppo formali, ma questa aveva un contingente di Signori delle Ombre non trascurabile. Perchè non si era preoccupata di imparare queste regole?
"Umm… Salve. Noi siamo il Questing Pack. Sono Corina Blaine."
Un sospiro esasperato. Aveva dimenticato qualcosa.
"Il Questing Pack della Sept dell… beh, non è proprio una sept, noi veniamo dalla Fond-"
"Sono Strider-of-Darkness, un Ahroun dei Signori delle Ombre e Guardiano della Sept of Stone Skies. E tu sei?" Corina sentì l'umiliazione salirle nelle budella e trasformarsi in furia. Avrebbe dovuto sapere cosa lui voleva.
"Fangs-on-the-Cutting-Edge, Galliard dei Glass Walkers e membro del Questing Pack."
Un altro sospiro di sofferenza. "Dov'è il tuo alpha?"
"Guida," disse Corina aspramente. Zoe le gettò un brusco sguardo.
Ci fu silenzio per un momento, poi la voce disse loro di girare in un parcheggio al prossimo angolo. Corina fece girare il furgone e lo guidò giù per una rampa. Parcheggiarono sul livello più basso, dove nessun'altra macchina era in vista. I quattro si ammucchiarono fuori dal furgone e si guardarono attorno. Corina riprovò ad usare il cellulare, ma ricevette solo cariche di elettricità statica.
"E adesso?" chiese Zoe.
"Non so," replicò Corina senza cooperare. Non mi ha detto niente. Avrebbe dovuto farlo si chiese?
L'aria scintillò ed un giovane uomo apparve dall'Umbra. Sembrava sulla ventina, e aveva le maniche tirate su per mostrare le cicatrici sulle spalle. Squadrò il branco per bene e poi chiese chi era l'alpha.
Zoe si fece aventi. "Io. Zoe McKenna." Il nome non fu recepito a dovere. Zoe aveva anche un nome Garou, ovviamente, ma lo usava raramente.
"Molto bene, Zoe, tu e il tuo branco, seguitemi. Il leader della sept vuole parlarvi."
Salirono la rampa e attraversarono la strada. Lysistrata si tenne stretta alla spalla di Steven, spaventata dalla città ma meravigliata dalle nuove prospettive permesse dalla forma Homid. Zoe scambiò quattro chiacchere con "Strider-of-Darkness", cercando di smuoverlo dalla modalità Guardiano dalla faccia di pietra. Corina tentò di ricordarsi il giusto metodo di presentazione. Non avrebbe dovuto essere compito di Zoe?
Il Guardiano li portò nell'ascensore di un anonimo palazzo di uffici. Lui e Zoe stavano parlando ora, e comparavano perculiarità del miglior modo per fare il maggior numero di danni senza lasciare la forma Lupus. Lysistrata tentò di seguire il discorso un paio di volte, ma aveva troppi problemi a seguirlo in inglese e così iniziò a canticchiare la canzone diffusa dall'ascensore. Le porte di aprirono e rivelarono parecchi licantropi in un salone molto accogliente.
Uno di loro - una donna bionda con un completo viola - si alzò e si avvicinò a loro. La loro scorta rimase sull'ascensore e il Questing Pack rimase lì, sentendosi fuori posto. Steven drizzò il capo come se si sforzasse di sentire un debole suono. Avevano attraversato una bawn tra qui e la strada.
La donna li squadrò per bene e aspettò. Zoe e Corina si guardarono nervosamente, e poi entrambe fecero un passo avanti simultaneamente. Corina tornò al suo posto.
"Grazie della vostra ospitalità." Corina riusciva a vedere che Zoe stava tentando di non ridere. Le formalità rendevano l'Ahroun sprezzante e nervoso. "Io sono Zo… ehm, Brigid's Noble Soul, un Ahroun dei Fianna e alpha del Questing Pack." Fece una pausa. Nessuna risposta da parte della donna bionda. Corina sperò in silenzio che il suo alpha non dicesse niente di stupido.
Non funzionò. Zoe sollevò la mano e la passo davanti al viso della donna bionda. "Pronto?"
La donna fece un passo indietro e arricciò le labbra in un ringhio. "Salve, cuccioli. E' un peccato che non ci siano delle mezze lune alla Valkenberg." Cazzo, pensò Corina, cosa ci siamo dimenticati? La donna continuò. "Io sono Wanda Udin, o Killer's Eye, se proprio dovete. Sono un Ahroun. Glass Walkers. E sono il Difensore di questo caern." Li squadrò uno ad uno. "Per il futuro, qui gradiremmo delle persone vestite come se dovessero lavorare in un ufficio. Quando riceviamo dei visitatori vestiti come voi, sembra strano. Se le Sanguisughe hanno degli agenti che controllano i nostri edifici, un branco di gente che si presenta in jeans e abiti da lavoro sembra… fuori posto." Fece una pausa guardando Corina, che era l'unica ad indossare un completo da uffcio. "Sei Corina Blaine, non è vero?"
Corina fece cenno di sì. "Sì, sono io. Oppure 'Fangs-on-the-Cutting-Edge', se preferisci."
Wanda fece un sorriso compiaciuto. "Amo i tuoi lavori."
Corina sorrise in risposta. "Grazie. Effettivamente ho curato il design del top che indossi." Zoe gettò uno sguardo a Corina - l'Ahroun non mancava mai di affliggerla per la sua professione e la quantità di tempo che richeideva. Tutti e quattro i membri del Questing Pack avevano superato il Rito di Passaggio relativamente tardi nella loro vita, ed erano trincerati in carriere, scuole o (nel caso di Lysistrata) semplicemente vivevano la loro vita quando furono chiamati al servizio di Gaia. Corian si era seplicemente rifiutata di staccarsi dalla sua vecchia vita - anche con tutti i pericoli che portava l'aggirarsi fra gli umani.
Wanda fece un gesto verso il resto della stanza. "Prendete un caffè o qualcos'altro se vi va. Jules arriverà fra breve."


"Jules?"
Elton mi ascolta, ma non in modo rapito. Decido di andare avanti un po' più velocemente. "Già. Era un Signore delle Ombre, quindi ci aspettavamo tutti che fosse mellifluo e in generale un coglione. In realtà si rivelò essere un ragazzo molto simpatico. Diede agli altri una strigliata su come si dovevano vestire e una piccola lezione sulle giuste procedure per presentarsi, ma lo fece in modo scherzoso."
"Sì, ma allora? Voglio dire, sembra che il fatto di non aver avuto un Philodox tra di voi non vi danneggiò più di tanto. Avete perso un po' la faccia perché eravate vestiti male, ma a chi importa?"
Sospiro. "Presto divenne peggio. Passammo la notte alla sept - non potemmo visitare il caern, il che fu un delusione, ma non si fidavano di noi abbastanza. In mattinata uscimmo e decidemmo di dare un'occhiata all'ufficio di Natsuko, e poi di prenderlo quando ce ne saremmo andato la notte seguente. Sarebbe stato molto più facile con un Philodox capire se era effettivamente un Garou.
Elton inclinò la testa. "Pensavo che tu potessi farlo."
Prendo un sorso d'acqua. La mia gola inizia a seccarsi. "Ora posso. Quello era il secondo compito che ricevevamo come branco. Ho dovuto affrontare una cerca spirituale per imparare quel Dono, e ci volle un intero mese." Sorrido al ricordo. Quel piccolo spirito mi strizzò per bene, ma ne è valsa la pena. "Iniziai quella cerca appena tornammo alla Fondazione."
"Con Natsuko?"
"Lo vuoi sentire il resto di questa storia?"
"Sì, scusa. Vai avanti."


La corporazione per cui lavorava Natsuko stava in un piccolo parco commerciale alla periferia di Seattle. Steven conosceva bene l'area, così Zoe lo lasciò guidare, ma guardava fuori dal vetro e ogni tanto gemeva: era facilmente soggetta al mal d'auto.
Corina sedeva sul retro ed osservava girare il piccolo pezzo di vetro legato allo specchietto retrovisore, che catturava i raggi del sole. Il frammento puntava verso Hiro Natsuko, grazie all'abilità di Steven con i riti. Il furgone entrò nel parcheggio e il frammento puntò dritto verso la porta. "Bene," disse Steven, "sembra sia in ufficio."
Zoe aprì la portiera. Questo rese Corina nervosa - nei giorni migliori, Zoe era solo impetuosa. "Dove stai andando?"
L'alpha del branco si tirò indietro i capelli e li legò con la sua immancabile bandana, un sicuro segnale del fatto che si stava preparando all'azione. "Vado a scambiare due parole con lui."
Corina aprì la porta e scese di fronte all'Ahroun. "Zoe, sei alle cozze? Ti ricordi cos'è successo l'ultima volta? Abbiamo dovuto seguire il povero lupo per tre miglia perché riusciva a sentire che eravamo in qualche modo diversi. E se il ragazzo va in berserk?"
Zoe digrignò i denti. "Film alle undici."
Corina gettò uno sguardo disperato nel furgone. Steven le stava guardando, ma Corina sapeva che non avrebbe detto niente: odiava quel tipo di confronti. Lysistrata non aveva idea delle implicazioni di ciò che Zoe voleva fare. Sono da sola, immagino. Corina cercò nella sua memoria una storia o una parabola, ma non riuscì a ricordare nulla. "Non puoi semplicemente andare lì dentro come-"
"Posso, pure. Molto più veloce così. Lo farò uscire e ci faremo una bella chiacchierata tutti assieme. Possiamo batterlo se ce n'è bisogno."
Corina scorse il parcheggio con lo sguardo. Non vedeva nessuno camminare lì in giro, ma era ancora presto. "Dannazione, Zoe, questo ragazzo non è ancora fuori controllo se va ancora a lavoro. Probabilmente è tanto spaventato quanto lo eravamo noi." Colse l'ispirazione. "Ti ricordi di avermi raccontato di quando sei uscita di testa in una drogheria e ti sei messa a masticare un quarto di manzo in una cella frigorifera?"
Zoe arrossì e Corina notò che le sue sopracciglia apparivano improvvisamente più scure e folte. Oops. Quella potrebbe essere stata la cosa sbagliata da dire. "Hai intenzione di toglierti di mezzo, Corina?" La voce aveva un netto rombo. Zoe era vicina all'orlo.
Corina deglutì con fatica. "No. Tu stai per metterci tutti in pericolo." Lysistrata, percependo la tensione fra di loro, saltò fuori dal furgone e si sedette in forma Lupus, guardando prima una e poi l'altra. Steven si slacciò la cintura di sicurezz e restò seduto, nervosamente, guardando lo specchietto retrovisore.
"Bene." Zoe si gettò in avanti e Corina fu al suolo cercando di riprendere fiato. Combattè contro la furia che le montava in corpo, ma udì le cuciture rompersi mentre andava in forma Glabro. Zoe, ovviamente, prese ciò come una ulteriore sfida. Diede un calcio al costato di Corina con i suoi stivali da marinaio. Il dolore sparì abbastanza in fretta - Zoe era ancora in forma Homid e non stava cercando di ferire seriamente il suo compagno di branco - ma Corina aveva dei problemi a mantenere il controllo. Sapeva di dover decidere tra alzarsi, che Zoe avrebbe interpretato come una sfida, o sottomettersi, il che significava che l'argomento era chiuso.
Corina sentì i suoi denti allungarsi ed i suoi muscoli tendersi. Dannazione, controllati, pensò. Zoe poteva probabilmente ucciderla, e anche se non si fosse arrivati a quel punto, la rissa avrebbe attratto l'attenzione di qualcuno. Contò fino a dieci, e tentò di portarsi in una posizione sulle ginocchia. Zoe caricò un pugno, ma Corina tirò istintivamente su la testa, mostrando la gola. Zoe si rilassò. "Abbiamo finito?"
Corina si alzò. "Hai iniziato tu. Ma se vuoi solo abbatterti là dentro, OK, lo spettacolo è tuo. Ma io non entrerò certamente lì dentro in questa forma."
"Perché cavolo no?"
La Glass Walker gesticolò verso i suoi vestiti. "Perché sono una persona moderatamente famosa, ecco perché. Se qualcuno mi riconosce, perderò la carriera, e francamente, non mi va di perderla solo perché -" si fermò. Zoe non aspettò che finisse.
"Bene. Ti dico io cosa si fa. Lys, Steven, andate dentro dall'Umbra e vedete se riuscite a trovare il ragazzo. Corina, aspetta qui nel furgone. Io vado dentro per vedere se riesco a farlo uscire."
Lysistrata saltò nel furgone e appoggiò il mento sulla gamba di Steven. Un momento dopo, svanirono. Zoe guardò Corina. "Tieni solo gli occhi aperti. Pensi di riuscire a farlo?" Corina non si preoccupò di rispondere; semplicemente sbatté la portiera del furgone. Zoe si girò ed entrò nel palazzo.
Corina stava seduta nel sedile anteriore del furgone, guardandosi nello specchietto retrovisore. La furia era passata ed ora si sentiva solo amareggiata. Aveva la sensazione che si stesse sbagliando, che avrebbe solo dovuto procedere secondo il piano di Zoe (se così si poteva definirlo) fin dall'inizio, ma non riusciva a capire perché. Si mosse scomodamente sul sedile, desiderando che Steven avesse parcheggiato il furgone girato verso la porta dell'edificio. Cercò le chiavi nel cruscotto e scoprì che non c'erano; Steven doveva averle messe in tasca.
Prese in considerazione di dare una sbirciata all'Umbra, tanto per vedere se poteva scoprire dov'erano Steven e Lysistrata, ma non se ne preoccupò. Estrasse un'agenda e guardò i meeting della settimana seguente - New York per Giovedì, dannazione. Si mise a pensare alla linea autunnale ed il poco impegno che le aveva dedicato. Ogni volta che tentava di fare lo schizzo di un vestito, vedeva pelliccia e sangue. Era diventata troppo un licantropo.
Corina ebbe un sorriso compiaciuto ma mesto, e si tocco il makeup. Desiderava una storia, una parabola che aiutasse a dare un senso a tutto ciò, ma tutte le storie che conosceva prendevano atto millenni fa. Non era male tra gli altri Glass Walkers, ma aveva incontrato solo un Galliard della sua tribù ed aveva solo robaccia da "urbano primitivo". Non avevano potuto comunicare.
Il furgone si inclinò improvvisamente quando Lysistrata apparve dall'Umbra. "Problemi," ringhiò.
Corina si girò sul sedile. "Cos'è successo?"
"Fratello perduto ci teme. Chiuso sé stesso in caverna. Tutti urlano."
Carina si battè una mano sulla fronte. "Grande." Com'era ovvio, le porte dell'ufficio si aprirono e la gente iniziò a correre fuori. Un momento dopo, Steven apparì nel furgone.
"Non è andata esattamente secondo il piano."
"Per un cazzo," mormorò Corina. "E adesso?"
"Aspettiamo Zoe, immagino. Lei gli si è avvicinato, gli ha chiesto tutta affettuosa di seguirlo fuori per parlare un momento, e lui è stato preso dal panico. Si è messo a correre verso una porta e si è chiuso nello sgabuzzino, ed ha iniziato a gridare in giapponese." Steven fece un cenno verso le persone che si affollavano attorno alle finestre e che guardavano eccitate verso l'interno. "Continuavano a dire che stava già uscendo di senno. Probabilmente la polizia è sta già arrivando - la gente è paranoica riguardo alle sparatorie in ufficio."
"Già, beh, questo potrebbe essere peggio di una sparatoria. Merda!" Corina percosse il volante per scaricare la frustrazione che provava. Zoe poteva essere ancora all'interno dell'edificio… oppure no. Anche così, Natsuko aveva reagito a lei in modo scarso (Zoe evidentemente non aveva idea dell'effetto che la sua furia provocava nelle persone) e avrebbe potuto farsi prendere dal panico - o peggio - se lo avesse affrontato nuovamente. Corina si alzò. "Io vado."
Lysistrata la guardò nervosamente. "Alpha ancora dentro?"
Corina fece spallucce. "Non importa. Se questo ragazzo è in preda al panico, potrei calmarlo parlandogli. Non spavento le persone tanto quanto Zoe e parlo un po' di Giapponese, e inoltre, mi confondo tra gli impiegati molto meglio di voi." Uscì dal furgone e camminò verso l'assembramento di gente.
Gli impiegati la guardarono mentre si avvicinava alla porta, ma nessuno ebbe il coraggio di dire niente. La aprì, e si ritrovò faccia a faccia con un giovane uomo che portava una tazza con scritto "Black Dog Game Factory." Lui la guardò ed arrossì, e puntò un dito verso il retro dell'ufficio. "C'è un ragazzo… e… io penso-"
"Va bene," disse Corina. "Voglio provare a parlargli. Io parlo giapponese." L'uomo sorrise, nervosamente, quindi si precipito oltre a lei e alla porta aperta. Povero sfigato, pensò lei.
L'ufficio era un labirinto di cubicoli, non abbastanza alti da ostruirle la visuale. Notò che un paio di pareti di cubicoli erano state buttate a terra, e fogli e cancelleria erano sparsi lì attorno. Qui dev'essere dove Zoe l'ha trovato. Si chiese dove fosse finito il suo alpha.
Un improvviso urlo attirò di colpo la sua attenzione. Seguì il suono fino al retro dell'ufficio e trovò una porta con scritto "Supplies." Qualcuno dietro di essa stava urlando in giapponese. Corina non riusciva a capire molto, ma quello che capì non la sorprese. L'uomo stava gridando qualcosa riguardo a "mostri" e "notte". Se il ragazzo non era un licantropo Lunatico, sicuramente ne interpretava la parte.
"Cosa cavolo ci fai qui?"
Corina si girò per trovare Zoe alle sue spalle. Aveva perso la maglietta e i pantaloni, e stava lì con la bandana, il reggiseno sportivo e gli stivali. Era ridicola. "Dove sono i tuoi vestiti?"
"Ho dovuto cambiare forma e li ho persi. Sono qui in giro da qualche parte. Rispondimi."
"Com'è il tuo giapponese? Ho pensato che avrei avuto una probabilità migliore di te di calmarlo."
Zoe roteò gli occhi. "Carino pensarci solo ora. Pensavo non volessi farti riconoscere."
Il ringhio lasciò la gola di Corina prima che lei potesse fermarlo. "Va bene, basta. Non abbiamo di meglio da fare?"
Zoe fece un cenno verso lo sgabuzzino. "Sii mia ospite."
Corina bussò piano. "Hiro-san? Mr. Natsuko?" Una serie di colpi, come se stesse prendendo ripetutamente la porta a calci. "Siamo qui per aiutarla."
"Al diavolo ste cose," sibilò Zoe. "Sfondiamo la porta, lo prendiamo, e andiamo nell'Umbra."
"Ci hai mai provato con un Lunatico?" Corina non si preoccupò di girarsi nel porre la domanda.
"No."
"E allora come fai a sapere che funzionerebbe?"
"Merda, non lo so." Zoe rivoltò una sedia con un calcio. "Tiro a indovinare. Chi è che è tenuto a sapere 'sta roba?"
Corina non si preoccupò di rispondere. Stava pensando alla sua Prima Muta. "Senti, qualcuno tentò l'approccio diretto anche con me. Era mio padre. Ti ho mai raccontato di cosa gli capitò?"
"Non abbiamo tempo per una storia, Corina."
"Ascolta e basta. Cercò di essere tutto un bel 'padre moderno' con me ma mi fece solo imbestialire. Quando mi parlò da padre, come se stesse cercando di intimidirmi, io arretrai. Probabilmente è l'unico motivo per cui è ancora vivo, povero ragazzo."
"Ok, ci sono." Zoe colpì la porta. "Hiro! Vieni fuori! Siamo qui per aiutarti, ma non abbiamo molto tempo prima-" Non riuscì a finire la frase prima che la porta esplodesse letteralmente all'infuori, lanciando Zoe sui muri dei cubicoli. Hiro saltò fuori dallo sgabuzzino, ora in forma Crinos. La sua pelliccia era nera come l'inchiostro e il suo petto era ampio, ma si muoveva con una grazia che Corina non aveva mai visto in un licantropo. Egli si girò verso la Glass Walker e mostrò le zanne in segno di sfida. Oh, Dio, pensò. Deve star pensando che sono una preda o una partner o qualcos'altro. Va di puro istinto. Che cazzo faccio?
Un ruggito ferale dall'altro capo dell'ufficio lo decise. Zoe balzò dai muri dei cubicoli collassati in forma Hispo, e si scontrò con il corpo del Lunatico. Lo atterrò e gli prese il collo con le fauci.
Corina sentì le sirene. Freneticamente, parlò in Garou. "Zoe, dobbiamo andar via di qui!"
Hiro comprese il linguaggio, se non il significato. Comunque, tale realizzazione sembrò spaventarlo ancora di più. Piantò i palmi delle mani sul suolo e spinse. Zoe, sorpresa e distratta dal suo compagno di branco, rilasciò le fauci. Hiro indietreggiò e mostrò le zanne ad entrambe.
"Grazie tante," ringhiò Zoe. Il Guanto si increspò, e Steven e Lysistrata si unirono ai suoi compagni di branco. Lysistrata uggiolò; le sirene la rendevano inquieta. Steven guardò sopra la sua spalla verso le persone che osservavano dalle finestre. Probabilmente non potevano vedere con sufficiente chiarezza da registrare ciò che stava accadendo, ma i giornali localo avrebbero avuto sicuramente qualche strana storia.
Corina sibilò aspramente in Garou. "Lysistrata, il tuo Dono. Calmalo." La Furia Nera getto uno sguardo alla sua compagna di branco e poi all'alpha per la sua approvazione. Zoe assentì, e si mosse di fianco come per circondare Hiro.
Il Lunatico seguì la minaccia più ovvia, e per un secondo girò le spalle a Lysistrata. Lei scattò in avanti e appoggiò una zampa sul suo fianco. Corina vide la sua espressione cambiare da paurosa e furiosa a serena, ma sapeva che non sarebbe durata a lungo. Fece un passo avanti e pose una mano sulla sua spalla massiccia.
Gli parlò con calma, in giapponese. Zoe si ritrasse un pochino, e quindi assunse nuovamente la forma umana per parlare con Steven. Lysistrata gemette urgentemente. "Macchine avvicinano."
Corina si allungo verso il petto di Hiro, sapendo che finché era in forma Homid, lui poteva ucciderla con un solo morso. In Garou, in modo rassicurante, disse, "Torna umano, Hiro. Rilassa il tuo corpo e torna normale."
"Passi arrivano ora," ringhiò Lysistrata. Zoe si fece avanti.
"Dobbiamo andare. Lascia il Lunatico se non può seguirci; lo riprenderemo poi in un manicomio o qualcosa del genere."
Corina rimase calma, ma fulminò il suo alpha con uno sguardo. "Noi non lasciamo indietro gli altri."
"E da quando questo è parte della Litania?"
Corina la dileggiò. "Sapresti recitarla tu?"
"Litania?" I Garou si girarono a guardare Hiro. Era in piedi, nudo, in forma Homid. La sua faccia era accesa dalla vergogna e stava tremando. Uno spavento e torna diretto in frenesia, pensò Corina.
Zoe guardò il suo branco. "Va bene, speriamo funzioni. Lys, porta questi ragazzi fuori di qui. Steven, fai del tuo meglio per portare il cucciolo nell'Umbra - magari il tuo amico unicorno può aiutare." Steven rizzò il pelo, ma non rispose. "Io tenterò di trattenere la polizia."
Corina scosse la testa. Non c'era alcun bisogno di trattenere la polizia; se il Questing Pack poteva sparire nell'Umbra, potevano tornare alla Sept of Stone Skies. Zoe non pensava al branco o alla sua sicurezza, stava solo facendo un sacco di fumo. Ma Steven e Lysistrata stavano già svanendo, con Steven che teneva la mano del terrorizzato Lunatico mentre gli sussurrava dolcemente.
"Zoe!" Corina non sapeva cosa avrebbe detto, avrebbe dovuto improvvisare.
"Cosa?" L'Ahroun non si preoccupò di voltarsi.
"Lascia stare i poliziotti."
Zoe inclinò la testa, e si girò lentamente verso di lei. "Mi sfidi di nuovo?"
"No. Te lo sto solo dicendo. Lasciali stare. Possiamo semplicemente andarcene."
Da fuori, la voce di un agente di polizia, amplificata da un megafono, le fece trasalire entrambe. "Stiamo entrando. Gettate a terra le armi." Mi chiedo cosa cavolo gli abbiano raccontato, pensò Corina.
Zoe squadrò il suo compagno di branco. "Perché dovrei?"
L'ispirazione venne. "Te lo dico io perché. Ti ricordi cosa ci ha detto Victor prima di partire? Riguardo a quell'altro Questing Pack, che andava in giro affidandosi solo al Velo, e poi quel fottuto Signore delle Ombre venne fuori dal nulla quand'erano in New England e li mise tutti sotto processo per aver infranto il Velo? E' contro la cazzo di Litania, Zoe. E si applica ancora anche a noi. Specialmente a noi. Stabiliamo un esempio per questi tizi." Fece un gesto verso l'esterno.
Zoe prese un profondo respiro, e poi tese la mano. "Farai meglio a credere che continueremo questo discorso più tardi." Corina non rispose, prese semplicemente la mano dell'alpha e si fece passare attraverso il Guanto."


Ingollo quello che resta dell'acqua. Elton mi guarda. Un mucchio di Galliard che ho visto prendono queste pause sceniche alla fine delle loro storie, prima di raccontare il nesso. Alcuni dicono che sia per aumentare la tensione teatrale, ma in verità, è per bagnare la gola.
Lui mi incita prima che io ricominci a parlare. Sgarbato, ma dopotutto stiamo solo parlando. "E allora, cosa successe?"
"Beh, scoprimmo che Hiro era un Signore delle Ombre - un Hakken, uno di quei tizi orientali. Dopo che lo portammo indietro, i suoi Kinfolk in Giappone si scontrarono con i Signori delle Ombre di Seattle per riaverlo indietro. Rimase alla Fondazione per un po', e poi si trasferì a Kyoto, penso."
"E cosa disse la polizia dell'ufficio?"
Faccio spallucce. "Non so. Non controllai. La Sept of Stone Skies non era molto contenta di noi, ovviamente, quindi non proseguimmo. Sono sicura che se ci fossero stati dei problemi importanti l'avremmo saputo."
Lui si allunga in avanti. "Ok, questo è il fatto. Capisco che voi incontraste dei problemi perché non avevate un Philodox, ma per quello ve la siete cavata bene. Voglio dire, dì pure quello che vuoi, la Litania la sapevi-"
"Stai perdendo il problema," gli dico. Non sono un gran che come narratorice. Preferirei fare della roba multi-mediale, piuttosto che raccontare storie, il che ovviamente limita il mio fascino al di fuori della mia tribù. "Siamo arrivati a un pelo dall'ucciderci l'un l'altro. Se i poliziotti ci avessero viste, o se Zoe ed io fossimo arrivate fino in fondo, chi sa cosa sarebbe potuto accadere? Ma se avessimo avuto con noi qualcuno che conosceva la Litania, qualcuno che vi era stato addestrato, non ci sarebbero stati problemi, perché lui l'avrebbe citata e nessuno avrebbe dovuto tirarsi indietro. E' un ruolo importante. Tutti gli auspici hanno ruoli importanti." Sto iniziando ad annoiarmi. Elton ha ancora questo sorriso di condiscendenza sul volto e non so se lo fa deliberatamente o no.
"Lo so che è così. Il mio è di mettere in discussione le cose, giusto? Assicurarmi che le tradizioni non ci facciano affondare, e non vedo perché, con un branco di professionisti, abbiamo bisogno di un Ahroun."
Controbatto immediatamente. "Chi ci guiderà? Chi ci ispirerà? Voglio dire, posso farlo io con un po' di tempo ed il giusto equipaggiamento, ma non in un'emergenza. Cosa accadrebbe se il nostro branco venisse assaltato dai Danzatori della Spirale Nera o chissà che e avessivo bisogno di pensare in fretta? Non è sufficiente che tutti noi siamo già stati membri di un branco prima d'ora, perché nessuno di noi quattro è stato scelto da Luna per essere un Guerriero Spirituale. Questo può voler dire che qualcuno verrà ferito, o ucciso, e non ho intenzione di provare nuovamente la mia fortuna riguardo a questo.
Lo sguardo condiscendente di Elton se n'è andato. Sembra stia considerando le mie parole, il che è un bene. Prendo un bel respiro. Mi sento un po' stremata; immagino di essermi scaldata un bel po' per tutta questa faccenda.
"Bene, rispondi a questo, allora," dice lui. "Cosa succede quando alla fine l'Apocalisse arriva, e tutti dicono 'non è compito mio'?"
Non ho una risposta per questo, dannazione.